Osservo, con attenzione, il vaso di tulipani che troneggia sul tavolo. La chiara luce del mattino, che filtra dalle tende della finestra a sud, esalta il giallo splendente di questi fiori, così semplici nella loro forma e così complessi nelle sfumature della corolla e del gambo, esaltate dalla sottile nervatura della loro struttura.
Forma e colore si sostengono e si perfezionano a vicenda; stimolano l'occhio e sollecitano l'attenzione, e con essa la coscienza, ad avventurarsi sempre più in dimensioni sconosciute ed attraenti, laddove il tulipano si libera dei rigidi contorni della sua etimologica definizione e diventa, lui pure, coscienza e interagisce con l'animo di chi osserva, ascolta, sente, percepisce, nel silenzio, oltre ogni possibile definizione e schema mentale, la presenza, nel proprio animo e nel fiore, di un'unità emotiva immanente. Io la chiamo Coscienza. E' in me, è nel fiore e ci fa consapevoli della nostra appartenenza, l'uno all'altro, ed entrambi all'unità di tutto ciò che esiste e che vive. Mi esercito nel percepirla, questa unità, sperimentandone i modi.
Provo allora ad andare oltre ciò che appare, oltre ciò che i miei occhi vedono ed il mio cervello converte sul piano concettuale, oltre quel velo che la cultura Indù definisce come Maja, l'illusione. Per loro, il mondo manifesto è Maja; la vera realtà è quella dello spirito, sta nell'invisibile ed alberga dentro di noi, nel nostro animo.
Quanto più riesco a radicare in me la compresenza del fiore, tanto più io posso essere fiore ed il fiore può essere me. Quanto più riesco a fondermi nell'altro, sia esso fiore animale, pianta o essere umano, tanto più riuscirò a comprenderlo e conoscerlo, oltre le apparenze, oltre ogni schema precostituito e al di là di qualsiasi preconcetto. In tal modo solleverò il velo di Maja e sarà meraviglia scoprire la Realtà.
Il tulipano perde quindi il rigore della sua fisicità, straripa dai confini concettuali nei quali l'ho relegato per facilitarne la comprensione mentale. Umanamente abbiamo bisogno di schedare ogni fenomeno per incasellarlo nello scaffale del “sapere”. Quante cose diamo per sapute senza conoscerle minimamente! Finalmente liberato dalle ristrettezze della mente, il fiore diventa immateriale, scivola sull'inconsistenza delle parole, si libra sulle ali del pensiero, diventa idea,sogno luminoso e travolgente. Se ti lasci portare, forse tu pure scompari, almeno a questo mondo, hai però l'opportunità di conoscere altre dimensioni, altri mondi in cui avventurarti e sperimentare il tuo “essere coscienza”. Il tulipano non è più tulipano ma diventa essenza, profumo, colore, alito di vento, luce, sogno, armonia, serenità, leggerezza, silenzio e musica allo stesso tempo. Esattamente ciò che noi stessi diventiamo nel momento in cui perdiamo i connotati del nostro ego e ci lasciamo scomporre nel tutto in cui siamo immersi e che ci appartiene.
Ora riguardo il vaso rosso di tulipani gialli. Non vedo un vaso solo con quei nove tulipani. Sono molteplici vasi e infiniti tulipani dei quali ho fissato singole immagini istantanee; così, tanto per iniziare un discorso, un dialogo che serve a conoscerci meglio, a comprenderci, e quindi ad amarci come fratelli che condividono armoniosamente la consapevolezza che la nostra vera realtà è al tempo stesso la nostra origine ed il nostro destino.