L’amore che non conosco


L’amore che non conosco

Domestica solitudine, lontana dai contorti, compulsivi, effimeri dileggi del potere, rifletti sequenze di provvide virtù e silenzi risanatori anche quando, senza più forze, vorrei che un Dio qualunque, seppur là fuori e lontano, intervenisse a metter ordine e a donarci un po’ di pace. Leggi tutto...

Del tempo sono stato e sono testimone, responsabile del cammino d’ogni giorno, fino e oltre l’inesistente eternità.
Qui son sempre rimasto, in questo splendido e splendente quotidiano presente, nell’unico battito di vita, nel solo inarrestabile respiro che tutto crea, sostiene ed alimenta.
Di questa parte d’amore che mi rappresenta, che sono e a volte mi tormenta, ho cercato dimensioni e distanze. Volevo capirne la natura ed il potere, fino a dove avrei potuto lasciarmi portare e vedere, capire, conoscere e sapere.
Lontano dal consapevole pensiero, s’è celato, mascherato, l’ho intuito, percepito e sentito sottrarsi sempre senza alcun rumore.
Perfino tra le lacrime l’ho trovato, là dove non me lo sarei mai aspettato.
Quanto ne ho parlato, ampiamente dissertato e con passione travolgente; l’ho dato a volte per scontato come se non valesse niente.
Non sta nelle parole, nelle evoluzioni della mente, tanto meno nel desiderio di possederlo, spartirlo, spedirlo, trattenerlo, affrancarlo da limiti e confini inventati di cultura e civiltà, etnie, colori e lingue diverse.
M’ha sempre cercato lui, m’ha colto di soppiatto in improvvise imboscate, limpide intuizioni, casuali incontri o antipatie, malori, malumori e improvvidi sentori.
Ci ho messo del tempo per riconoscerlo e accettarlo, anche sotto carichi eccessivi di colpe, rimpianti che stemperavo piano piano in un sommesso pianto per la gratitudine del perdono.
Figli, madri, sorelle, amati e amanti perduti ha rivestito di sé rendendoli a volte acerrimi nemici fino a farsi odiare, calpestare e nascondere ancora dietro maschere di pudore ed incertezza, cattiva coscienza e viltà.
Difficile coglierne la presenza quando il cuore, rattrappito nel dolore, sperduto nel nulla di buie notti, s’è lasciato cadere a capofitto in antri bui e tetri, freddi e lontani da ogni possibile carezza salvatrice o balsamico sorriso. Abbandoni, tradimenti, incomprensioni e delusioni lo fanno ancor più desiderare.
Lo sappiamo tutti che c’è ma non siamo avvezzi a parlare con lui, quasi potesse sfuggire ad ogni possibile richiamo.
Ora lo trovo dovunque, anche senza cercarlo.
È qui, dentro, d’attorno, vicino e lontano in tutto e nel nulla, inviolata Coscienza.

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